L’acido ialuronico è uno dei componenti fondamentali dei tessuti connettivi dell’uomo; conferisce alla pelle resistenza e mantenimento della forma, la conserva idratata e uniforme difendendola dall’avanzare del tempo. La sua mancanza determina l’indebolimento del tessuto promuovendo la formazione di rughe e inestetismi cutanei; la concentrazione di acido ialuronico si riduce gradualmente con il passare degli anni e questa inesorabile riduzione è, assieme ad altri fattori, responsabile dell’invecchiamento cutaneo.
L’interesse per questa molecola è cresciuto enormemente negli ultimi anni, per le sue ottime prestazioni nel campo antiage, per il successo con cui è impiegato nella chirurgia oftalmica e come principio terapeutico in alcune artropatie degenerative.
L’acido ialuronico, per la sua capacità di assorbire e trattenere grandi quantità d’acqua (contrasta il PIA, ovvero, la perdità impercettibile di acqua), è in grado di mantenere il giusto grado di umidità sulla pelle anche in presenza di un tasso di umidità esterno molto basso.
Grazie alla particolare struttura a gomitolo della catena polisaccaridica, l’acido ialuronico permette che grandi quantità d’acqua restino intrappolate all’interno del dominio tridimensionale del polimero; pertanto, applicato sulla pelle, ripristina il giusto tasso di idratazione rallentando in modo fisiologico il processo di evaporazione dell’acqua. Questa azione umettante influisce sulle proprietà meccaniche della cheratina che protegge la pelle rendendola più flessibile ed elastica.
L’azione filmogena esercitata dall’acido ialuronico si adatta a idratare ampie superfici di pelle con azione prolungata di 6-8 ore, ben oltre rispetto a quanto si può ottenere dalle tradizionali preparazioni.
Se gli abitanti del villaggio di Yuzurihara in Giappone (conosciuto anche con il nome di “villaggio di lunga vita”) hanno la speranza di vita più lunga ad oggi conosciuta, è perché il loro organismo è in grado di conservare un tasso costante di acido ialuronico nel corso del tempo (grazie anche a un’alimentazione molto particolare). Solitamente, questo tasso diminuisce nell’organismo con l’età comportando l’invecchiamento della pelle e problemi articolari o oculari.
A differenza delle pratiche attualmente diffuse, abbiamo scelto un processo produttivo che non prevede lo sfruttamento di animali: l’acido ialuronico, infatti, viene solitamente estratto dall’umor vitreo dell’occhio del bue, dalla pelle dello squalo o dalle creste del gallo.
Il nostro processo produttivo biotecnologico, invece, consiste nella fermentazione di lieviti che producono spontaneamente l’acido ialuronico, ed è per questo motivo che presenta il più alto coefficiente di purezza disponibile sul mercato, senza alcun residuo di solventi e impurità.
Tale procedimento è conosciuto da migliaia di anni. Ne troviamo traccia in alcuni manoscritti mesopotamici risalenti al 5000 a.C., nei quali si narrano le condizioni di produzione di bevande alcoliche e di pane.